lunedì 13 ottobre 2014

Per una moda atossica. Contro l’impatto chimico tessile sull’ambiente e la persona.

Un grave problema di contaminazione delle risorse idriche mondiali è quello delle sostanze tossiche che provengono dalle filiere tessili. Un problema che nasce sostanzialmente dall’industria della moda, che utilizza agenti chimici nelle lavorazioni tessili e tintoriali che finiscono per avvelenare le acque e che ci ritroviamo nei capi che indossiamo ogni giorno.

Da Greenpeace è nata Detox, una campagna volta a fare pressione alle industrie tessili e alle grandi firme del fashion per l’abolizione di chimica di sintesi nociva nelle produzioni tessili e d’abbigliamento, liberando così le falde acquifere da veri e prorpi veleni per la nostra salute e da un inquinamento letale per l’ambiente.

Qui, il link di Greepeace per saperne di più.

Una produzione ecosostenibile, accompagnata da un consumo consapevole sono le due facce dellaa medesima medaglia: la prima può essere stimolata solo dalla crescita del secondo. Non può esserci produzione virtuosa senza consumo critico. Ma anche i produttori devono fare la loro parte per informare i cittadini sulle opportunità che il mercato del green fashion offre.

È possibile vestire bene e in eleganza anche senza mettersi addosso sostanza nocive, senza inquinare. Se questa elementare verità venisse presa in considerazione da sempre più consumatori, i grandi gruppi industriali si troverebbero costretti a salvaguardare la loro immagine, modificando i criteri produttivi. E così ne guadagneremmo in salute noi e l’intero pianeta.

In particolare, una cosa che deve fare una persona che decide di vestirsi biologico è quella di non fermarsi alle apparenze. 100% cotone non significa tessuto esente da chimica nociva, ma soprattutto non è cotone biologico. Nell’etichetta, la composizione dei tessuti biologici deve essere specificata, per esempio: 100% cotone biologico, 100% organic cotton.
Ma soprattutto, solo le più autorevoli certificazioni danno la garanzia di acquistare un capo prodotto secondo una filiera ecosostenibile.
Qui vediamo alcuni esempi di marchi di enti certificatori che dovete ricercare nelle etichette e nei cartellini dei capi biologici che acquistate.







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