venerdì 3 ottobre 2014

Mangi sano? E allora vesti anche sano!

L'approccio olistico al biologico.
(seconda parte)
Iniziamo con il capire con cosa veniamo in contatto quando indossiamo un normale capo, ottenuto da una filiera non biologica.
Per comodità, prendiamo in esame la fibra organica più utilizzata: il cotone. Già nelle coltivazioni, spesso sementi ogm, l’apporto di pesticidi, fertilizzanti e defolianti è massiccio. E questo, capirete, influisce sulla composizione del fiocco.Poi ci sono le fasi successive, di pretrattamento, filatura, tessitura, sbiancatura, tintura, finissaggio, insomma, le varie fasi della nobilitazione, in cui la fibra si trasforma in un prodotto tessile che arriva a contenere sostanze come: cromo, rame, cobalto, nichel, argento di mercurio, formaldeide.
Un po’ troppa chimica di sintesi, vero? 


Vediamo allora quali possono essere le conseguenze di queste sostanze sull’organismo. Soprattutto per quanto riguarda capi che sono a diretto contatto con la pelle, come l’intimo, gran parte della maglieria e diverse tipologie di capi prodotti con tessuti a navetta, come la camiceria e gli abiti estivi.
Ci sono studi che hanno accertato la stretta relazione tra sostanze chimiche presenti negli indumenti e molteplici forme di allergia, dermatiti da contatto o anche semplici irritazioni della pelle. In particolare le allergie sono aumentate in un contesto ambientale sempre più inquinato, in cui il nostro organismo soffre della presenza di sostanze nocive presenti nell’aria, nel cibo e con le quali appunto si viene anche a contatto diretto con la pelle.
Il sudore e il movimento del tessuto sulla pelle, fanno il resto.

Scegliere allora un indumento in cotone biologico, o in altre fibre tessili organiche, come lino, lana, canapa e altre, diventa una scelta di salute, perché intanto tagliamo fuori dal nostro corpo le sostanze nocive che agiscono attraverso ciò che indossiamo. E questo è un buon inizio.


Ma quello che molti non sanno è che i prodotti tessili che hanno vissuto numerose lavorazioni, con apporto di sostanze chimiche, sono già stati sottoposti ad azioni usuranti.
Il tessile biologico, dunque, è più resistente! E un capo dura di più.
Quindi, quando pensate che spendere un po’ di più per un indumento biologico certificato non valga la pena e scegliete quindi un capo normale che costa meno, voi rinunciate non solo a un’opportunità di benessere, ma anche alla convenienza!
Perché quegli euro che separano un capo normale da uno biologico, con quest’ultimo si recuperano con la maggiore durata del capo stesso.

(fine seconda parte)

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