sabato 10 agosto 2013

お盆。OBON.

Obon. La festa giapponese dei defunti.


Dal 13 al 16 agosto in tutto il Giappone si inizia la vacanza d'estate, soprattutto per chi lavora tutto l'anno. Molti tornano a casa perché c'è un evento molto speciale ad attenderli.
Chi vive lontano, parte un paio di giorni prima e torna alla famiglia d'origine per stare con i propri cari. Sono giorni di ressa agli aeroporti, gli aerei si riempono di viaggiatori: una specie di esodo verso le famiglie, che possono così riunirsi e festeggiare.

La festa che il popolo nipponico si accinge a celebrare è l'Obon: la festa dei cari estinti. Una ricorrenza dedicata ai parenti defunti: un po' come il vostro Ognissanti e il primo novembre dei morti. 
Nella tradizione nipponica, gli spiriti dei parenti defunti, le vostre anime in occidente, con la morte trasmigrano in quello che voi occidentali definite paradiso. I discendenti, con questa festa e le sue liturgie, esprimono la loro gratitudine verso l'aldilà, perché gli spiriti dei loro parenti defunti sono andati in cielo e non all'inferno.

La preparazione è meticolosa e accurata. Nella mia città, per esempio, intorno all'11 e al 12 agosto, si inizia a fare una pulizia totale della tomba di famiglia. Su ogni tomba viene collocata una lanterna e i cimiteri alla sera diventano luoghi suggestivi.
Anche in casa vengono collocate delle grandi lanterne bianche di diverse forme, davanti al butsudan: una specie di altare che a noi giapponesi serve per pregare i nostri parenti defunti.


Poi, dal 13, si inizia a frequentare ogni mattina e ogni sera la tomba di famiglia, per curarla in ogni dettaglio: mettendo fiori, cambiando l'acqua. E questo ogni giorno della festa.
Quando ero piccola, mi ricordo che come quasi tutti i bambini per l'occasione indossavo uno yukata: un kimono di cotone fatto per l'estate e andavo alla tomba tenendo tra le mani una piccola lanterna, dalla quale si poteva vedere il bagliore di una piccola fiamma.


Alla sera del 13, davanti alle case, si colloca un piccolo falò per invitare gli spiriti degli antenati,  dei nonni, dei genitori, dei fratelli e figli che tornano a casa. Ogni fuoco di famiglia serve per far individuare la casa d'origine ai cari defunti.



Poi, il 14 e il 15, ci si comporta come se gli spiriti dei defunti di famiglia siano in casa con noi, per cui gli si offrono con deferenza cibi e bevande sia alla mattina che alla sera, mentre si pranza e si cena.
Inoltre, si va al tempio buddista per portare libagioni anche lì.

A sera inoltrata, fuori di casa, ogni quartiere organizza la danza dell'Obon, con gente di tutte le età che balla insieme in un girotondo intorno a una specie di alto baldacchino di legno o bambù, dove sopra c'è un anziano che canta (vedere qui). Dei tamburi suonano dando il ritmo. Ogni città ha una danza diversa, in genere molto lenta. Questa danza simboleggia la gioia che provano gli spiriti dei defunti per essere fuggiti dall'inferno.

Alla sera del 16 agosto, si accende un piccolo falò davanti a casa, questa volta però per salutare le anime dei defunti che tornano nell'aldilà. E così finisce la festa dell'Obon.
Ecco perché per noi giapponesi il ferragosto è il periodo più importante dell'estate. E' il momento mistico in cui simbolicamente si riunisce tutta la famiglia: chi è con noi e chi non c'è più.